giovedì 13 marzo 2008

AL VOTO, AL VOTO MIEI PRODI, ROMPIAMO LE BALLE! (clicca quì)

Durante le consultazioni politiche e amministrative del 13/14 Aprile p.v. sarà possibile all’elettore constatare immediatamente la presenza, in tutti i seggi elettorali, di manifesti e schede elettorali non conformi a quanto sancito dalla Carta Costituzionale Italiana sui diritti degli elettori e dei candidati ai ruoli parlamentari delle Camere dei deputati e dei senatori. Infatti l’articolo 1 della Costituzione Italiana recita:
"La sovranità appartiene al popolo"
Invece deputati e senatori, in base alla legge elettorale Calderoli, sono scelti dai segretari di partito, e ciò è contro la Costituzione Italiana.
La legge Calderoli, altrimenti detta “porcellum” dallo stesso relatore, è stata pubblicamente denunciato di incostituzionalità.
Le ragioni sono quelle addotte da tre ricorrenti cittadini elettori, gli avvocati Aldo Bozzi, del foro di Milano, Giuseppe Bozzi, del foro di Roma e Giuseppe Porqueddu, del foro di Brescia, che hanno chiesto al T.A.R. del Lazio di sollevare la questione di costituzionalità della legge Calderoli con riferimento a tre punti critici:

1. le liste bloccate che privano l'elettore della possibilità di scegliere le persone che dovrebbero rappresentarlo in Parlamento;
2. l'attribuzione di un premio di maggioranza non subordinato al raggiungimento di alcuna soglia minima;
3. l'indicazione sulla scheda elettorale del candidato premier,

come, del resto evincibile dalla sentenza n. 15 del 2008 (ammissiva del referendum elettorale) della Corte Costituzionale.
Tra l’altro, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel decretare lo scioglimento delle camere e la convocazione dei comizi elettorali, non ha tenuto conto del diritto fondamentale del cittadino di scegliere il proprio rappresentante politico, omettendo di esercitare la sua prerogativa costituzionale di impedire una pur evidente limitazione della libertà dell’elettore e della propria, limitazione implicitamente rilevata dalla stessa Corte Costituzionale nel convalidare il referendum abrogativo richiesto da 500.000 elettori.
In sostanza l'impossibilità per gli elettori di scegliere i candidati cambia la natura del Parlamento perché trasforma tutti gli eletti, anziché in rappresentanti del popolo in rappresentanti dei partiti o dei capi politici che li hanno selezionati, comprimendo il principio costituzionale della rappresentatività e della libertà dei parlamentari, che devono esercitare le loro funzioni senza vincolo di mandato.
Essa inoltre viola la Convenzione Europea dei diritti dell'uomo (articolo 3 del Protocollo I).
Senza contare che l'attribuzione di un premio di maggioranza, svincolato da ogni soglia minima, altera profondamente la composizione della rappresentanza.
Entrambi i sistemi, sia il premio di maggioranza, sia le liste bloccate, sono stati adoperati dal fascismo, con la legge Acerbo del 1924 e con la successiva legge del 1928, per espropriare il corpo elettorale della possibilità di compiere delle scelte libere e mortificare il Parlamento.
L'indicazione sulla scheda del capo della coalizione candidato alla carica di premier pregiudica le funzioni e la libertà del Capo dello Stato a cui la Costituzione attribuisce il compito di nominare il Presidente del Consiglio dei Ministri".
Ciò equivale a un vero colpo di stato organizzato ed eseguito dalla classe politica ai danni dell’elettore, al quale viene di fatto vietato di esercitare il diritto costituzionale di scegliere a chi affidare il proprio mandato di rappresentanza e concorrere alla formazione di un libero parlamento.
Possiamo difenderci e ripristinare la legalità? Certo che sì! Come? Semplice: facendo annullare le elezioni per gravi e evidenti irregolarità, che devono essere denunciate e verbalizzate al momento del voto. Il procedimento, “rubato” alla U.A.A.R., è il seguente.
L’elettore, giunto al suo seggio elettorale, avute le schede da utilizzare per il voto, deve, prima di votare, chiedere di conferire con il presidente del seggio per una seria rimostranza sulla legalità della vigente legge elettorale.
In sostanza, al presidente del seggio bisogna dire, scheda alla mano, che:

1. si è impediti di esercitare il proprio diritto di voto in quanto nella schede elettorali non ci sono gli spazi per indicare un proprio rappresentante liberamente scelto;

2. in base all’ art. 104 della legge n° 361 del 30 Marzo 1957 egli è tenuto a verbalizzare l’osservazione dell’elettore.

Così facendo si crea l’incidente che permetterà di chiedere l’annullamento della tornata elettorale e dei risultati di voto.
Non votare è, non solo incivile, ma anche stupido perché la Casta farebbe buon viso a cattivo gioco e si accontenterebbe comunque dei risultati ottenuti.
Noi, invece, autentici democratici, dobbiamo disfare il gioco dei soliti noti, che continuano indifferenti a farsi beffe del popolo italiano.
Quindi, tutti al voto ma armati di sano, indomito e demolitore spirito democratico, per invalidare questa ennesima presa per i fondelli.

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