venerdì 27 giugno 2008

E ORA IL REGOLAMENTO DEI CONTI, OVVERO L'IMPROBABILE AVENTINO E LA DITTATURA DOLCE

Il 27 Giugno del 1924, ottantaquattroanni or sono, i socialisti "liberarono" il Parlamento affidandone di fatto la conduzione ai mentori, se non addirittura mandanti, degli assassini di Giacomo Matteotti.
Giugno 2008: la storia si ripete (?), grazie ai figli e ai nipoti politici di quel ciarpame che mostrò al mondo la perfetta contiguità tra criminalità organizzata ( allora in fase di affermazione negli States ) e fascismo.
Quei figli e quei nipoti che oggi "governano" il Paese, simile ormai ad una carretta del mare che rischia di affondare perfino nella piscina del cantiere navale che la ospita, per le troppe falle prodotte ad arte per fottere, fino all'ultimo, azionisti e assicuratori.
Ufficiali ed equipaggio, mentendo all'unisono sulla tenuta della nave e sulla loro capacità di portarla a destinazione, se ne sono impadroniti con un colpo di mano.
E ora litigano tra loro perchè non sono d'accordo sulla ripartizione di ciò che è rimasto del bottino che ivi v' era stivato.
L'equipaggio, illuso dagli ufficiali di essere loro equiparato, minaccia ora platealmente di abbandonare per protesta la nave. Gli ufficiali invece lo spernacchiano annunciando che la nave comunque andrà, con o senza quell' equipaggio. Dove non si sa: si naviga a vista.
Fuor di metafora, l'attuale e discusso capo della spodestata "famiglia" capitolina è titubante sul da farsi dopo le provocazioni della trionfante "famiglia" meneghina: minaccia opposizione dura ma a suo tempo, come gli eroi di celluloide del west che si affrontavano... previo appuntamento!
Prima, complici, hanno neutralizzato i capataz e pasdaran delle "famiglie minori", rei di continue imboscate ai loro danni.
Ora sono coinvolti in una faida da vero e proprio regolamento di conti, nel senso specularmente tradizionale del termine, caro alle organizzazioni mafiose del nostro paese, dal banditismo sardo alla mafia vera e propria, attraverso camorra, 'ndrina e S.C.U.: manca solo il morto, anzi c'è anche quello, più di uno, ma dimenticati!
E' il Sistema Italia ad essere intriso di cultura mafiosa. E mafiosi sono quei politici delle segreterie dei partiti che con inaudite sortite hanno annullato d'un fiato diritti costituzionali sacri; mafiosi sono certi editori che sulla base di una discutibile legge sulla stampa si appropriano delle risorse del popolo per finanziarsi a spese del popolo gonzo; mafiosi sono gli enti pubblici dove, spesso, inquisiti e trombati trovano ricovero e risorse per alimentare le consorterie politico-affarastiche che ivi li hanno collocati; mafiosi sono quei sindacalisti che usano la leva sindacale per aprirsi un varco nel lucroso carrierismo politico! Mafiosi sono i banchieri colpevoli di "pizzo premeditato", alias "signoraggio" e usura; mafiosi sono quegli imprenditori che pagano altri mafiosi per smaltire i propri rifiuti tossici; mafiose le aziende pubbliche di servizi che estorcono all'utenza italiana veri e propri pizzi camuffati da voci addizionali nelle bollette; mafioso è il Fisco Italiano che nonostante il supporto di un corpo militarizzato, tra pochissimi al mondo, "non riesce" a far pagare le tasse a chi le evade da sempre ( che se ne asterrebbe se la prospettiva fosse la prigione).
Mafiosa è la classe clericale che vive di privilegi impensabili anche quando professa attività più che terrene, nel turismo, nei campi mobiliare e immobiliare, nell'istruzione e nella formazione, nella sanità e tanto altro ancora, cumulando benefici intassabili di migliaia di miliardi di euro.
Il pensiero mafioso permea di sè l'intera società italiana perchè è l'italiano medio ad avere nel proprio codice morale questa vocazione particolare a rendere il tutto funzionale ai propri personali interessi.
Invero l'italiano medio è capace di momentanea indignazione, ma a questa si assuefà se sono in gioco le sue ambizioni, anche se trasgressive ( basta poi confessarsi e recitare qualche giaculatoria: lo sanno tutti che il mafioso è un devoto religioso, benefattore di parrocchie, finanziatore di luminarie e botti, qualche volta meritevole di sacra sepoltura!).
Non per niente in Italia non si compete per guadagnarsi una legittima opportunità, ma si cercano le raccomandazioni; si partecipa ai concorsi nella speranza di "lavorare di meno e lavoricchiare tutti, meglio se della stessa partita"; si chiude un occhio ( e, spesso, anche due) nello spirito di "una cosa per uno non fà male a nessuno", nel più classico spirito mafioso che esprime l'utilità di uno scambio (p.e.: pizzo contro protezione) per il quieto vivere, per modo di dire, di tutti.
In questo momento in Italia spadroneggia una maggioranza resa forte dalla disaggregazione di una opposizione rappresentata da politicanti della politica, a cui interessa solo la tenuta della legislatura per cercare di lucrare un altro quinquennio di privilegi.
Questi politicanti della politica dell' opposizione, che oltre a candidare con liste sbarrate, in complicità con il fronte rivale, famigliari, amici, amici degli amici, fanno una opposizione da operetta, senza scopi, assolutamente priva di credibilità e di mordente.
Di fronte all'innegabile tracotanza di una maggioranza personalizzata, costruita anch'essa con liste blindate dalla segreteria del sedicente Popolo Della Libertà, i neoavventisti recitano ora la parte dei democratici indignati, minacciano l'Aventino, ma si guardano bene dall'abbandonare le lucrose cadreghe delle camere dei deputati e dei senatori, come fecero quei "fessi" idealisti di quasi un secolo fa: meglio l'inciucio!
Se ciò accadesse, ma non accadrà, sarebbe finalmente il giusto segnale di un cambiamento della vita politica di questo sfortunato Paese, basata sulla dignità individuale, sull'onestà, sul senso dello stato, sullo spirito di servizio alla collettività.
Non accadrà perchè la tragedia imminente di un paese allo sbando non fà ancora parte dell'immaginario collettivo, drogato da una indecente informazione e manipolato da un edulcorato sistema multimediale che altera ad arte la percezione della realtà da parte degli elettori.
Quando l'opinione pubblica manifesterà insofferenza alle continue menate per il naso, si formeranno fronti contrapposti disposti a guerreggiare pur di sottrarsi al dominio dell'altro, si ricostituiranno bande rivoluzionarie che rivendicheranno con il sangue la legittimità delle proprie aspirazioni giustificando così l'avvento della dittatura. Sarà dolce? L'ultima non sembra lo fosse! Ma gli Italiani, questi italiani, hanno davvero capito la storia?

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