domenica 2 gennaio 2011

IL CULO E IL TRICOLORE


  Sui colori s'è scritto e riscritto tanto che a parlarne si corre sicuramente il rischio di banalizzare l'argomento, tanto vasto e aspecifico é di suo. 
Sul simbolismo, poi, dei colori ne hanno parlato schiere di filosofi, scienziati, psicologi, artisti, ideologi, teologi e...politici di tutte le schiatte, senza realizzare una ragione pratica che spieghi ai più il perchè dei colori di un vessillo, di una coccarda o di una bandiera. 
Di colore se ne occupò Newton, anche in polemica con Goethe, il quale ultimo scrisse un memorabile trattato sugli aspetti estetici, etici e psicologici del simbolismo dei colori, anticipando di oltre un secolo concezioni proprie della psicologia afferenti la percezione, il carattere e la personalità.
Ma, per fare un esempio terra terra, il motivo per cui il tricolore francese simboleggiò ad un tempo la rivoluzione e l'impero napoleonico francamente mi sfugge. Di certo so che il tricolore italiano è il portato della cultura patriottarda francese. Mi piace però pensare che quella combinazione cromatica rappresenti una sintesi grandiosa dei sentimenti di Speranza (verde), Purezza (bianco) e Sacra Immolazione all'Amor di Patria (rosso sangue), sentimenti comuni a tutti i giovani idealisti del risorgimento che diedero la vita per dare dignità di Nazione ad un popolo " diviso", "calpestato" e "deriso" ma ancora profumato di millenaria gloria.
Spesso, però, mi sono chiesto (e ancora mi chiedo) perchè quella accozzaglia celodurista, che professa ideologie paranaziste, ha scelto il colore verde quale simbolo del loro movimento, visto che il motivo fondante della Lega Nord é in più sintonia con il "Mein Kampf" di Adolf Hitler anziché con il valore simbolico del colore verde ( la Speranza). Riflettendo sui gestacci del Senatur - come quando conclamò che lui con la bandiera italiana ci si puliva il culo - credo di avere scoperto la ragione della preferenza del colore verde e della sua elevazione a simbolo del partito. Ma consentitemi di esporre con ordine! Immagino che l'esternazione pubblica delle fantasie proctologhe del Senatur siano soltanto la fase finale di un processo di non-pensiero che prende le mosse dalle fantasiose liturgie celtiche ( dio Po e cazzate varie ), dalla vicenda poi del Carroccio durante la offensiva del Barbarossa e dal leggendario Alberto da Giussano (mai esistito!) fino a Carlo Cattaneo, patrono involontario della "Padania Libera". Nella mente dell'agitagalli gemoniese, l'iter di quel processo deve aver necessariamente incrociato la vaga evocazione della coccarda tricolore, senz'altro, suppongo, conosciuta e amata dal Cattaneo, peraltro, ripeto, "traslitterazione" di quella francese simbolo della Grande Rivoluzione del 1789. Il "senatur", memore di nozioncine di storia della "carboneria milanese", agognando di far parte dei "ladroni de Roma", l'ha piantà su un rabelot de la miseria, per avere una base elettorale da rappresentare ai Parlamenti nazionale e regionale dove fare il convitato alla divisione del "bottino" che ora, col federalismo municipale, diventa automatica. Ovviamente, in questi ultimi venticinque anni, doveva, per essere credibile agli occhi dei suoi elettori, dire peste e corna di ogni cosa o fatto o situazione che "impediva al popolo padano di essere felice", additando quali untori della "peste" i terroni, i porci romani e quant'altri si opponevano ai suoi progetti secessionisti. Una delle sue trovate, che mandano in visibilio i suoi rozzi e ignoranti elettori, è il sistematico vilipendio dei simboli dell'italianità, in primis la bandiera italiana, una furia iconoclasta che forse spiega la causa dei suoi funesti problemi cerebrocircolatori. Forse, nel tentativo di pulirsi il culo col tricolore, ha cominciando con la parte rossa, seguita poi da quella bianca e poi...poi forse ancora un ripensamento, o chissà cos'altro...restando così con la parte verde in mano, in stato confusionale, non più oppresso da stimoli defecatori antirazzisti, convinto di essere direttamente ispirato da dio Po e dallo spirito di Alberto da Giussano, ha decretato che il verde era il colore della Lega.
Ovviamente i calderoli, i salvini, i borghezio e la colonna di beoti che sostengono quella rozza aggregazione hanno intonato commossi il verdiano "Va pensiero" mai pensando che l'ispirazione del loro carismatico capo aveva qualcosa a che fare con il suo culo. La prova provata è che cravatte e pochette dai più indossati sono orgogliosamente verdi, ovvero ciò che resta dopo la promessa mantenuta!

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