E’
molto tempo che non faccio una puntatina sul blog. Per varie ragioni, non
ultima la pigrizia e tra le varie un senso di impotenza e di inutilità che mi
pervade quando una vocina dal di dentro mi blandisce sentenziando “vox clamantis
in deserto”.
Questa
volta, però, il destro me l’hanno fornito le diatribe insorte tra la presidente
della Camera dei Deputati, Boldrini, e i deputati pentastellati, che ancor
prima di esaurire la discussione dei loro emendamenti al decreto legge del
governo Letta sull’IMU e sulla Banca d’Italia – di fatto regalata a banche
private e altri gruppi di interesse dopo una rivalutazione delle azioni in loro
possesso da qualche centinaio di migliaia di euro a ben sette miliardi – ha ritenuto opportuno troncare
“l’ostruzionismo” azionando la “tagliola”, ovvero un provvedimento di chiusura
degli interventi parlamentari per consentire la conversione in legge del
decreto governativo.
A
mio dire trovo che la Boldrini, persona che stimavo per il suo impegno civile e
per la sua fama di integrità morale, nello svolgimento del suo incarico ha
trasformato vieppiù la sua funzione moderatoria in atti soppressivi dei diritti
parlamentari intervenendo autoritariamente come se nei banchi dei deputati
sedessero ragazzini disadattati e ribelli di un Beccaria.
Spesse
volte l’ho colta redarguire con genitoriale severità persone di ogni fazione
politica, non so dire se in modo equidistante, ma con un tono che non ammetteva
repliche e che personalmente avrei apertamente contestato se al di là di ogni
ragionevole dubbio stavo esercitando il mio diritto di opinione e di parola.
Nella
fattispecie la Presidente Boldrini ha interrotto la discussione in aula ben
quattro ore prima della scadenza del decreto legge che a suo dire avrebbe
costretto gli italiani a pagare una tassa in fase di estinzione: infantile
motivazione perché nella storia repubblicana italiana la reiterazione dei
decreti è nella norma, abusata e incostituzionale.
Lo
scopo dei pentastellati era quello di
impedire un abuso mascherato per far sì che un pasticciaccio legislativo (il
regalo della Banca d’Italia ridotata di capitale miliardario a spese del
contribuente) passasse inosservato perché occultato dalla discutibile urgenza
del decreto di soppressione dell’IMU (ultima rata).
Va
da sé che l’ostruzionismo è legittimo e legittimo è il regolamento della Camera
che lo disciplina così come legittimo è il potere di garantire l’esercizio di
diritti e doveri con equanimità e rispetto della verità nella sacralità del
tempio della democrazia.
La
serena valutazione dei fatti mi obbliga a osservare che a una corretta “provocazione” (l’ostruzionismo)
è stato opposto un atto d’imperio inaudito, mai eseguito nella tormentata
storia della Repubblica Italiana, prima del termine del tempo concesso ai
parlamentari di esprimere una loro opinione che, ancorché registrata negli
annali degli atti parlamentari, avrebbe consentito all’opinione pubblica una
democratica presa d’atto del vulnus prodotto da una furbata legislativa a danno
degli italiani, consentendo alle banche di diventare ancora più ricche, mentre
il popolo viene dalle stesse vessato, defraudato e rapinato in un clima
socioeconomico postbellico.
La
provocazione boldriniana, quello sì autentico vilipendio dell’istituzione parlamentare,
ha scatenato l’indignazione dei deputati pentastellati. L’applicazione sic et
simpliciter di uno strumento inapplicato da tutti i presidenti delle camere che
hanno preceduto la Boldrini, persino da Violante, ex-pretore di ferro, che l’ha
ideato e forse mai applicato, ha il sapore di una soppressione di diritti
costituzionali, tanto più che la “mannaia” o “ghigliottina” che dir si voglia è
stata utilizzata in modo capriccioso, cioè suggerita da una sorta di ansia da
prestazione di un educatore che vuole dare una lezione esemplare. Tant’è che
sono in predicato provvedimenti punitivi nei confronti dei villanzoni che hanno
osato occupare gli scranni vuoti della sezione governativa, rimediando “ben
meritati” spintoni, manate, ceffoni: cornuti e mazziati!
I
disciplinati parlamentari-militanti, nominati senza essere eletti da nessuno,
hanno poi parlato di democrazia ferita, di gratuite offese alle compagne, alle
camerate e alle femme-bourlesque di re berlù,
assunte (!) dalla segreteria dei loro partiti e hanno alzato alti lamenti
per l’indegno spettacolo offerto all’opinione pubblica internazionale dai
cameraman della camera. Niente di più falso poiché da più parti l’uomo della
strada guarda con simpatia ai “guerrieri” della democrazia che vogliono mettere
fine a decenni di scandali, corruzioni, ruberie, malversazioni, connivenze
clericali e mafiose, mettendoci la faccia e rimettendoci di tasca.
Grazie
ai “grillini” posso affermare che è iniziata una rivoluzione che spazzerà via
le mummie prima ancora che compiano l’ultimo scempio: farsi ibernare - a spese
del contribuente anche questa volta - in
attesa di tempi migliori!
Dopo
il glorioso episodio della camera dei deputati alcuni “neo-garibaldini” sono
stati ospitati da varie emittenti nel corso dei loro periodici talkshow,
vivisezionati e offerti alla opinione pubblica televisiva qual capri espiatori
del degrado delle istituzioni provocato dal malgoverno di 66 anni di
repubblica.
Ma
gli elettori non sono fessi! Non hanno mangiato la foglia e hanno incrementato
la loro preferenza riportando il Movimento Cinque Stelle al livello delle
elezioni del 2013 ( 24,1%).
In
sostanza, usare la mannaia non ha fatto bene ai partiti preferiti dalla presidenza
della Camera dei Deputati, i cui delegati non sono stati eletti dal Popolo
Sovrano, ma, come ben si sa, nominati dalle segreterie dei loro partiti grazie
alla legge-truffa elettorale ufficiosamente chiamata “Porcellum”.
I
partiti delle “ex-larghe intese” non tollerano il sostanziale civismo dei
deputati pentastellati e usano tutti i mezzi per mostrare ai loro elettori che
sono inaffidabili, inconcludenti, populisti nonostante la palmare evidenza che
sono gli unici a fare vera opposizione reclamando il rispetto della
Costituzione Repubblicana continuamente violata.
Nel
nome di malintesi principi costituzionali la “Cupola” delle segreterie,
nonostante le pronunce della Magistratura Ordinaria e della Corte
Costituzionale, vara un accordo tra i loro capi pregiudicati per far risorgere
il “Porcellum” e, ancora una volta, sopprimere il diritto dell’elettore di
scegliere chi votare: inaudito!
Quell’accordo
è un vero e proprio atto di mafia di primo livello e mi auguro che il Presidente
Grasso, l’Antimafioso per eccellenza, lo vanifichi almeno in Senato, visto che
l’arcigna Boldrini-Rottenmeier renderà la vita difficile a chi si oppone alla
strage di legalità, cioè al Movimento Cinque Stelle, l’unico gruppo
parlamentare capace di opposizione dura e pura alle scorrerie della criminalità
politica organizzata.
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