domenica 9 febbraio 2014

DUE PESI E DUE MISURE



E’ molto tempo che non faccio una puntatina sul blog. Per varie ragioni, non ultima la pigrizia e tra le varie un senso di impotenza e di inutilità che mi pervade quando una vocina dal di dentro mi blandisce sentenziando “vox clamantis in deserto”.
Questa volta, però, il destro me l’hanno fornito le diatribe insorte tra la presidente della Camera dei Deputati, Boldrini, e i deputati pentastellati, che ancor prima di esaurire la discussione dei loro emendamenti al decreto legge del governo Letta sull’IMU e sulla Banca d’Italia – di fatto regalata a banche private e altri gruppi di interesse dopo una rivalutazione delle azioni in loro possesso da qualche centinaio di migliaia di euro a ben sette  miliardi – ha ritenuto opportuno troncare “l’ostruzionismo” azionando la “tagliola”, ovvero un provvedimento di chiusura degli interventi parlamentari per consentire la conversione in legge del decreto governativo.
A mio dire trovo che la Boldrini, persona che stimavo per il suo impegno civile e per la sua fama di integrità morale, nello svolgimento del suo incarico ha trasformato vieppiù la sua funzione moderatoria in atti soppressivi dei diritti parlamentari intervenendo autoritariamente come se nei banchi dei deputati sedessero ragazzini disadattati e ribelli di un Beccaria.
Spesse volte l’ho colta redarguire con genitoriale severità persone di ogni fazione politica, non so dire se in modo equidistante, ma con un tono che non ammetteva repliche e che personalmente avrei apertamente contestato se al di là di ogni ragionevole dubbio stavo esercitando il mio diritto di opinione e di parola.
Nella fattispecie la Presidente Boldrini ha interrotto la discussione in aula ben quattro ore prima della scadenza del decreto legge che a suo dire avrebbe costretto gli italiani a pagare una tassa in fase di estinzione: infantile motivazione perché nella storia repubblicana italiana la reiterazione dei decreti è nella norma, abusata e incostituzionale.
Lo scopo dei pentastellati  era quello di impedire un abuso mascherato per far sì che un pasticciaccio legislativo (il regalo della Banca d’Italia ridotata di capitale miliardario a spese del contribuente) passasse inosservato perché occultato dalla discutibile urgenza del decreto di soppressione dell’IMU (ultima rata).
Va da sé che l’ostruzionismo è legittimo e legittimo è il regolamento della Camera che lo disciplina così come legittimo è il potere di garantire l’esercizio di diritti e doveri con equanimità e rispetto della verità nella sacralità del tempio della democrazia.
La serena valutazione dei fatti mi obbliga a osservare che a  una corretta “provocazione” (l’ostruzionismo) è stato opposto un atto d’imperio inaudito, mai eseguito nella tormentata storia della Repubblica Italiana, prima del termine del tempo concesso ai parlamentari di esprimere una loro opinione che, ancorché registrata negli annali degli atti parlamentari, avrebbe consentito all’opinione pubblica una democratica presa d’atto del vulnus prodotto da una furbata legislativa a danno degli italiani, consentendo alle banche di diventare ancora più ricche, mentre il popolo viene dalle stesse vessato, defraudato e rapinato in un clima socioeconomico postbellico.
La provocazione boldriniana, quello sì autentico vilipendio dell’istituzione parlamentare, ha scatenato l’indignazione dei deputati pentastellati. L’applicazione sic et simpliciter di uno strumento inapplicato da tutti i presidenti delle camere che hanno preceduto la Boldrini, persino da Violante, ex-pretore di ferro, che l’ha ideato e forse mai applicato, ha il sapore di una soppressione di diritti costituzionali, tanto più che la “mannaia” o “ghigliottina” che dir si voglia è stata utilizzata in modo capriccioso, cioè suggerita da una sorta di ansia da prestazione di un educatore che vuole dare una lezione esemplare. Tant’è che sono in predicato provvedimenti punitivi nei confronti dei villanzoni che hanno osato occupare gli scranni vuoti della sezione governativa, rimediando “ben meritati” spintoni, manate, ceffoni: cornuti e mazziati!
I disciplinati parlamentari-militanti, nominati senza essere eletti da nessuno, hanno poi parlato di democrazia ferita, di gratuite offese alle compagne, alle camerate e alle femme-bourlesque di re berlù,  assunte (!) dalla segreteria dei loro partiti e hanno alzato alti lamenti per l’indegno spettacolo offerto all’opinione pubblica internazionale dai cameraman della camera. Niente di più falso poiché da più parti l’uomo della strada guarda con simpatia ai “guerrieri” della democrazia che vogliono mettere fine a decenni di scandali, corruzioni, ruberie, malversazioni, connivenze clericali e mafiose, mettendoci la faccia e rimettendoci di tasca.
Grazie ai “grillini” posso affermare che è iniziata una rivoluzione che spazzerà via le mummie prima ancora che compiano l’ultimo scempio: farsi ibernare - a spese del contribuente anche questa volta -  in attesa di tempi migliori!
Dopo il glorioso episodio della camera dei deputati alcuni “neo-garibaldini” sono stati ospitati da varie emittenti nel corso dei loro periodici talkshow, vivisezionati e offerti alla opinione pubblica televisiva qual capri espiatori del degrado delle istituzioni provocato dal malgoverno di 66 anni di repubblica.
Ma gli elettori non sono fessi! Non hanno mangiato la foglia e hanno incrementato la loro preferenza riportando il Movimento Cinque Stelle al livello delle elezioni del 2013 ( 24,1%).
In sostanza, usare la mannaia non ha fatto bene ai partiti preferiti dalla presidenza della Camera dei Deputati, i cui delegati non sono stati eletti dal Popolo Sovrano, ma, come ben si sa, nominati dalle segreterie dei loro partiti grazie alla legge-truffa elettorale ufficiosamente chiamata “Porcellum”.
I partiti delle “ex-larghe intese” non tollerano il sostanziale civismo dei deputati pentastellati e usano tutti i mezzi per mostrare ai loro elettori che sono inaffidabili, inconcludenti, populisti nonostante la palmare evidenza che sono gli unici a fare vera opposizione reclamando il rispetto della Costituzione Repubblicana continuamente violata.
Nel nome di malintesi principi costituzionali la “Cupola” delle segreterie, nonostante le pronunce della Magistratura Ordinaria e della Corte Costituzionale, vara un accordo tra i loro capi pregiudicati per far risorgere il “Porcellum” e, ancora una volta, sopprimere il diritto dell’elettore di scegliere chi votare: inaudito!
Quell’accordo è un vero e proprio atto di mafia di primo livello e mi auguro che il Presidente Grasso, l’Antimafioso per eccellenza, lo vanifichi almeno in Senato, visto che l’arcigna Boldrini-Rottenmeier renderà la vita difficile a chi si oppone alla strage di legalità, cioè al Movimento Cinque Stelle, l’unico gruppo parlamentare capace di opposizione dura e pura alle scorrerie della criminalità politica organizzata.

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