sabato 19 luglio 2008

FELLATIO & CULUMLINGUAS, CIO' DI CUI NON PARLA "IL PRINCIPE" MA LO SOTTENDE.

Leccare il culo, metaforicamente parlando, è, pur se atto perverso, un’arte. E, come tutte le forme d’arte, anche quella di leccare il culo, culumlinguas (?), ha avuto nel tempo alterna fortuna.
Quando eravamo arboricoli forse lo si faceva come ancor oggi lo fanno i cani o altri animali, cioè istintivamente e concretamente, probabilmente per identificare i fattori marcanti del territorio. O forse perchè mangiare deiezioni altrui integrava l’alimentazione di allora, carente di oligoelementi e proteine.
La scienza ci insegna, però, che l’uomo sceso dagli alberi e vagante per la savana, acquisì ben presto la posizione eretta, adottando comportamenti sempre più differenziati da quelli propriamente animaleschi della marcatura e della sottomissione, impliciti nell'atto di annusare e leccare le terga.
Non di meno la pratica di leccare il culo, codificata nel DNA, divenuta da istintiva, prima rituale, poi simbolica, poi ancora sociale e politica (psicomemetica) e, forse negli ultimi tre o quattromila anni, progressivamente sempre più raffinata e, in perfetto accordo con i concetti dello strutturalismo linguistico e psicologico del ventesimo secolo, sempre più astratta.
Il che ci permette di chiamare leccaculo non necessariamente il coprofilo, ma soprattutto, nella comune accezione, l’adulatore servile e ruffiano, il maestro del leccapiedi!
Nel XXI° secolo, oltre al notevole materiale storico dei millenni precedenti, possiamo contare su una antologia viva di notevole importanza non solo per le modalità multimediali che l’articolano, ma per la singolarità dei personaggi che la abitano.
Tra i tanti il lettore riconoscerà certamente Emilio Fede, il famoso giornalista direttore di Retequattro, l’emittente del noto e plurileccato re dell’emittenza radiotelevisiva privata del nostro Paese.
Emilio Fede, per gli “estimatori” dell’ultima ora Umilio Fido, maestro incontrastato di adulazione, ha l’abilità di uno spadaccino di fioretto.
Non ha importanza cosa mette in gioco quando si abbandona a certe esternazioni pasionarie, anche se come birilli cadono con fragore dignità, deontologia, onore, credibilità. L’importante è…leccare il suo Signore, apertamente, senza riserve, pubblicamente, affinché Lui lo sappia sempre, ovunque Egli sia, qualunque cosa Egli stia facendo.
Umilio Fido, per la grazia ricevuta di poter apparire direttore di un tiggì e spandere merda tra le postulanti di una video apparizione, tra le quali pescare la partner di turno che lo trastullerà per un po’, è quindi il campione senza paura dei leccaculo di regime.
Che Silvio Berlusconi abbia, metaforicamente parlando, un bel deretano, oltre a tante altre belle qualità e poche, ma cattive cattive cattive!, abitudini, è universalmente riconosciuto.
E si sa anche che oltre a lasciar fare – grande intelligenza! – ad alcuni suoi detrattori, quando ciò gli torna utile, sa abilmente premiare non tanto chi sta al suo gioco, poiché lui è bastevole a se stesso, bensì quell’adulator cortese che quotidianamente lo loda e lo incensa, sollevandone lo stato d’animo dalle afflizioni procurategli da chi, a suo avviso, quotidianamente lo perseguita.
Ciò spiega il perché un telegiornale così mal congegnato, così mal diretto e melenso resista alla naturale obsolescenza di ogni cosa esistente.
E con questo spregevole arnese l’Emilio è sceso in campo per dire la sua sui fatti di Piazza Navona, stravolgendoli a dovere per trarre ancora una volta l’occasione di far turbinare la lingua a maggior gloria del suo padrone.
Le parole, la mimica facciale, la postura, tutto l’ Emilio esprime lo sdegno del Giusto deriso, il disgusto per le volgarissime (?) scurrilità indirizzate a una ministra del governo Berlusconi, intercettato “nel momento culminante” di esaltazione della ius primae fellatio, il tributo “dovuto”, nella fattispecie, dalla donna in carriera al dominus della sua magnifica sorte.
Resisto alla tentazione di abbandonarmi all’elogio della fellatio, soprattutto se praticata da belle femmine, sensuali, libere, intelligenti e generose, invise solamente agli invidiosi, agli impotenti e agli aspiranti a trascendenti esistenze.
Se devo però parlare di volgarità consentitemi di dire che volgare è, semmai, la manifestazione, opportunistica, di sdegno per la rivelazione, certamente chiassosa e goliardica, di un’attitudine confidata, la sublimazione del potenziale di seduzione di una vera femmina.
E Mara Carfagna, prima ancora di essere una ministra, è una bellissima e affascinante femmina, che ora copre, senza conflitto, un ruolo importantissimo per la Repubblica Italiana: offrire pari opportunità a tutte, contro ogni discriminazione e tentativo di ghettizzazione connessi all’esser donna, moglie, madre e amante o, come Aspasia, solo sapiente amante.
Non credo che, per la bella ministra Mara Carfagna, essere come dovrebbero essere tutte le donne di questo mondo, cioè, attraenti, seducenti, sensuali e, perché no, intelligenti e, debba essere motivo di esecrazione per il sol fatto che sappia eseguire una fellatio!
Whilem Reich, lo scopritore dell'orgone, sosteneva indirettamente che il segreto della felicità del mondo è tutto lì, nella fellatio, e, perchè no, nel cunnilinguas: sicuramente la metà del mondo, che è maschile, non avrebbe ne voglia ne tempo di fare le guerre!
La Guzzanti ha sbagliato nel fare sdegnato della notizia del pompino un affaire di deriva politica: sicuramente il popolo “macho” lì presente ha detto no non è possibile, che vergogna… perchè solo a Lui, non è giusto, non è democratico, è il tradimento della Pari Opportunità.
Moretti naturalmente s’è incazzato, ma solo perché, deformazione professionale, gli hanno rubato la scena dedicata all’infantile girotondo. D’altra parte ognuno ha i suoi gusti.
Vero è che la vita non è tutta un pompino, ma se lo fosse…alzi la mano a chi dispiacerebbe! Da Elena di Troia a Evita di Buenos Aires è una indiscussa costante del costume pubblico e politico, oltre che privato, nella Storia dell’ Uomo.
Se Eva Braun avesse saputo fare bene una fellatio, ariana magari, probabilmente Hitler non avrebbe scatenato la seconda guerra mondiale!
Lo sdegno manifestato da Umilio Fido è quindi visibilmente posticcio ed è evidente che è stato da lui montato grossolanamente per avere ancora una volta l’occasione di leccare senza pudore il suo padrone (offeso?) e per cavalcare l’ondata moralistica dei bacchettoni papalini, quelle persone, cioè, che – come dice Bertrand Russell - “rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui”, e che ora eleggeranno Retequattro a rete della Provvidenza. Furbo l’Emilio, neh?
La morale? Viva la fellatio, le sacra fonte del piacere del corpo e, spesso, della psiche. Abbasso il culumlinguas perché se è vero, caro Emilio, che se leccare il culo, con o senz'arte, ti procura qualche piacere materiale della vita, il sapore che ti lascia in bocca è sempre di merda. Penso!

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